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U.K.
Uovo di Colombo
Dežo Ursiny
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Supergruppo inglese che sul finire dei Settanta prova a rinverdire i fasti del progressive classico. L'ideatore del progetto è Bill Bruford, batterista già con Yes e King Crimson, ma con lui suonano altri veterani come John Wetton (voce, basso), Eddie Jobson (tastiere e violino), e il chitarrista Allan Holdsworth: un quartetto stellare che suscita grande interesse e aspettative. Il disco d'esordio, pubblicato nel 1978, è intitolato semplicemente "U.K."(![]() |
"U.K." |
Nata in qualche modo sulle ceneri dei Fholks, gruppo nel quale esordirono sia Enzo Volpini che Ruggero Stefani, l'Uovo di Colombo è una formazione romana che si segnala come open-act dei Deep Purple nel tour italiano del 1973, e lo stesso anno realizza il solo album omonimo, passato piuttosto inosservato, ma niente affatto disprezzabile. Il quartetto (batteria, basso/chitarra, tastiere/chitarra e voce solista) rimane uno dei più tipici esempi del prog italiano classico, e si colloca a pieno titolo nella grande famiglia del rock sinfonico e classicheggiante: nella formula compositiva abbondano infatti le tastiere di Enzo Volpini, impegnato soprattutto all'organo e al synth, che sviluppano temi ariosi sui quali interviene la buona voce solista di Toni Gionta, vigorosa e drammatica quanto serve. Tra i momenti più significativi, in quest'ottica, va citato soprattutto un pezzo come "Consiglio", con liriche a sfondo religioso che tornano anche in "Io" e "Vox dei", musicalmente però meno efficaci. In linea generale il disco è ben suonato e ha pure una sua vena melodica non trascurabile, anche se non può definirsi totalmente risolto: alterna infatti spunti strumentali molto vivaci, articolati a dovere, come "L'indecisione" in apertura o il brioso strumentale "Turba", dominato dalla chitarra elettrica, ad altri episodi fin troppo enfatici: ad esempio "Anja". Dato comunque il discreto livello tecnico dei singoli componenti, la sequenza rimane sempre di piacevole ascolto, guadagnandosi anzi nel tempo una buona reputazione tra gli appassionati. A parte il ruolo dominante delle tastiere, è pure di grande rilievo nei passaggi più serrati di "Visione della morte" l'apporto creativo al basso di Elio Volpini (fratello di Enzo), il quale aveva fatto parte in precedenza dei Flea, e una volta sciolto il nuovo sodalizio entra negli Etna, ennesima incarnazione di quel gruppo. A sua volta, il batterista Stefani farà parte del supergruppo Samadhi. Curiosa anche la parabola del cantante Toni Gionta Tartarini: nel 1974 è la voce solista nel primo disco dei Cherry Five, a lungo dimenticato, e negli anni Ottanta è membro degli Stradaperta, prima di cantare nuovamente nel secondo album della band pre-Goblin, uscito quasi quarant'anni dopo l'esordio. Le ristampe in CD sono a cura di Vinyl Magic e Mellow Records. |
"L'Uovo di Colombo" |
Importante figura della scena slovacca, e originario di Bratislava, il chitarrista e cantante Dežo Ursiny (1947-1995) ha inciso diversi dischi, ma è stato pure regista e sceneggiatore. Negli anni Sessanta milita in gruppi come The Beatmen e The Soulmen, prima dell'invasione sovietica del 1968 che scompagina le cose, finché nel 1970 forma i Provisorium insieme al tastierista Jaroslav Filip. Nel 1973 viene realizzato l'album "Provisorium", che ha problemi di censura e passa quasi inosservato. Si tratta comunque di un buon disco, soprattutto per la lunga "Christmas Time": venti minuti di corposo prog sinfonico, cantato in inglese e scandito a dovere dalle tastiere, con vibranti breaks che esaltano la chitarra elettrica di Ursiny, in un pregevole impasto, vario e drammatico insieme. Notevole il lavoro di Filip tra organo e pianoforte, ben sostenuto anche dal bassista Vladimír Kulhánek, membro del gruppo Flamengo come pure il batterista Jaroslav Sedivý. I restanti tre brani confermano la qualità strumentale del gruppo e del leader come interprete, sia pure con riferimenti più marcati al pop inglese: ad esempio "Apple Tree in Winter", quasi un blues con piano e flauto in evidenza, o il rock più tirato della finale "I Have Found", con la chitarra solista del leader sugli scudi insieme al piano mordente di Filip. Rifugiatosi in un ospedale psichiatrico per sfuggire al servizio militare, il musicista inaugura quindi un felice sodalizio artistico col noto poeta Ivan Štrpka. Nel 1978 è pubblicato "Pevnina detstva" ![]() |
"Pevnina detstva"
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